Le mura del castello avevano
un perimetro di 950 metri; terminavano da una parte con due baluardi e
una torre, mentre agli angoli opposti erano due mezze torri. La vasta
estensione perimetrale delle mura è testimonianza dell'importanza della
roccaforte, all'interno della quale vi erano forse terreni
coltivabili, che assicuravano grande autonomia in caso d'assedio nemico.
Nel centro
vi erano altre fortificazioni ed una grande torre. Questo grande e
fortissimo castello dominava, dall'alto del colle ove oggi sorge la
chiesa del paese, le vallate del Volgolo e del Samoggia.
Nel 1377, l'ordine di demolizione del castello emesso dal Senato di
Bologna, venne probabilmente eseguito solo parzialmente e una nuova area
del colle di Zappolino venne destinata alla costruzione di nuove
abitazioni (l'attuale località "Castello" che comprende Cà
Ospizio, La Pozza ed Il Portone.)
Il terremoto dell'Aprile 1929 diede il colpo di grazia alle ultime
stanche vestigia di quella che fu una delle più importanti roccaforti
del territorio bolognese, causando il crollo dell'antico torrione
pentagonale (visibile nel disegno di Vittorio Lenzi) e della chiesa.
Ricostruzione del Castello di Zappolino a cura di
Vittorio Lenzi
Oggi dell'antico castello
restano solo alcuni tratti delle mura e gli archi d'ingresso (di fronte
ai quali è ancora riconoscibile un vecchio sentiero detto "il
Cavarolo"), nonchè quella che è una delle costruzioni più
antiche della zona: Cà dei Casini, che dietro ad una facciata del
1200 nasconde quella che forse fu una delle prime costruzioni di
Zappolino, e sotto il cortile della quale sono stati trovati reperti
antecedenti l'epoca romana; è quindi probabile che questa sia stata la
prima costruzione, attorno alla quale si sviluppò il nucleo fortificato. |